Abstract
Le lettere dell'Allievo Ufficiale Augusto Bizzarri, laureando in giurisprudenza, frammezzate a quelle della madre e dei fratelli. Dalla caserma di L'Aquila, al campo di Avezzano, da Neive a Mostar, culla del conflitto serbo-croato. Mesi di fitta e amorevole, necessaria corrispondenza con l'adorata "genitrice", la madre che è il fulcro dell'attività e del nucleo famigliare, di bonarie ramanzine al fratello Ugo, di anelate e puntualmente annullate licenze, di pacchi e vaglia "salvavita", di esami e inutile volontà di studiare: niente più università, solo espletamento del proprio dovere di soldato, fin là, sui monti croati, bersaglio dei partigiani. E dei partigiani cade prigioniero, nel marzo 1943. Niente più notizie, non un corpo da seppellire, non una tomba su cui pregare, solo l'angoscia dei famigliari, dirompente nelle ultime lettere.
Tipologia testuale
Epistolario
Consistenza
pp. 60
Circostanze di produzione
Per scopi personali
Natura del testo in sede
Dattiloscritto: 3
Fotocopia originale: 2
Tempo della scrittura
1940 -1943
Estremi cronologici
1940 -1943
Provenienza geografica
Milano/provincia
Soggetti
Parole chiave
Luoghi del racconto
Anno
2008
Collocazione
E/08