Abstract
Giuseppe Marcheselli, bolognese, classe 1916, sottotenente della Divisione San Marco della Repubblica sociale, è a Valenza (Alessandria), sulla sponda destra del Po, quando il 29 aprile 1945 arriva la notizia che la guerra è finita, l’esperienza di Salò è chiusa, è l’ora di consegnare le armi ai partigiani. E i soldati scoppiano a piangere. L’Italia dei partigiani e degli alleati sta liberando il Nord dall’occupazione di nazisti e fascisti. Giuseppe è tra questi. Il racconto prosegue attraverso le tappe della prigionia, da Genova a Viareggio, alla pineta di San Rossore, fino al campo 338 di Coltano, vicino Pisa. Un racconto di sofferenze, dolori, violenze che accompagnano ogni detenzione nell’era nell’odio.Ma anche nel campo si intravedono i germogli di un ritorno alla vita. Nasce un «Libero Ateneo» con corsi di poesia, teatro, letteratura e storia che lo stesso Giuseppe impartisce. Col passare dei mesi, i prigionieri vengono liberati. Torna a casa il 6 ottobre 1945, riabbraccia la moglie e i figli, si abbandona alla normalità
Tipologia testuale
Memoria
Tipologia secondaria
Diario
Consistenza
73 p.
Circostanze di produzione
"affinché gli italiani di questa generazione riescano a comprendere la nostra"
Natura del testo in sede
Dattiloscritto: 3
Fotocopia originale: 1
Allegati
Tempo della scrittura
1948 -1970
Estremi cronologici
1943 -1945
Provenienza geografica
Bologna
Soggetti
Personaggi straordinari
Luoghi del racconto
Anno
2017
Premio Pieve
Finalista
Collocazione
MP/17
Sezione
Conc/17