Abstract
L'autore era comandante in una batteria contraerea nell'isola di Rodi in Grecia quando nel settembre del 1943 le forze italiane furono costrette ad arrendersi ai tedeschi. Leonida, assieme ad altri ufficiali italiani che si rifiutarono di collaborare con i tedeschi, fu condotto ad Apollona da dove ebbe inizio un lungo e doloroso viaggio svolto in alcuni camion affollatissimi, in un vecchio motoveliero, nel piroscafo italiano "Leopardi" confiscato dai tedeschi e caricato all'inverosimile di prigionieri italiani, a piedi in marcia con zaino sulle spalle e in carri di bestiame strapieni, Il viaggio dura sei mesi e lo porta da un campo di concentramento all'altro sino all'ultimo, Wietzendorf, e ci racconta gli orrori e le sofferenze subite dai prigionieri in ogni tratto e in ogni campo tra freddo, fame, sporcizia e maltrattamenti fisici e psicologici. Il diario finisce con la fuga dei suoi carcerieri all'arrivo degli inglsi, il ritorno alla libertà , l'attesa di altri cinque mesi per poter essere rimpatriato, il lungo viaggio in camion e carro bestiame fino all'Italia e, infine, il ricongiungimento con sua moglie e con i suoi due figli.
Tipologia testuale
Diario
Tipologia secondaria
Memoria
Consistenza
18 p.
Tempo della scrittura
1943 -1975
Estremi cronologici
1943 -1945
Provenienza geografica
Lecce
Soggetti
Parole chiave
Luoghi del racconto
Anno
2021
Premio Pieve
Partecipante
Collocazione
DG/21
Sezione
Conc/2021