Abstract
Il testo rievoca il percorso di vita dell'autore partendo dagli anni poveri dell'infanzia segnati dal passaggio del fronte, a Pieve Santo Stefano (AR). Il paese è minato, la famiglia sfolla a Canneto (MN) , dove trascorre dieci mesi. Una volta tornato a casa, dopo la licenza elementare, Gino si mette subito a lavorare nel podere e in altre piccole attività, per aiutare la famiglia che conta già sei figli. Avendo un buon carattere viene assunto senza difficoltà da diverse imprese per lavori di campagna, come manovale e autista. Dopo il servizio militare emigra a Milano ma lascia dopo poco l'attività in una fabbrica di manufatti in gomma a causa dell'inquinamento, per tornare a respirare l'aria buona del paese natale. Mette su famiglia e un'attività di falegnameria collegata con un'impresa funebre, dedicandosi al volontariato presso la Misericordia. Rimasto vedovo e rallentate per i numerosi acciacchi le varie attività negli ultimi anni di vita ripiega sui ricordi ritornando con flash back alle origini, quando appena adolescente lavorava a giornate nei campi o rievocando l'episodio in cui i tedeschi alloggiati nella casa colonica, dopo aver razziato tutte le bestie, non esitarono ad uccidere l'ultimo toro.
Tipologia testuale
Memoria
Consistenza
113 p.
Circostanze di produzione
Per motivi personali
Natura del testo in sede
Dattiloscritto: 2
Formato Digitale: 1
Originale autografo: 1
Tempo della scrittura
2007 -2015
Estremi cronologici
1936 -2015
Provenienza geografica
Arezzo/provincia
Soggetti
Parole chiave
Luoghi del racconto
Anno
2021
Premio Pieve
Partecipante
Collocazione
MP/21
Sezione
Conc/2021