L'autobiografia di una casalinga cresciuta nell'indigenza delle campagne dell'entroterra sardo fra pastori dai volti ruvidi e case con i pavimenti di terra. Tre figli avuti da una relazione coniugale umiliante, il divorzio e il salvataggio del nuovo compagno dall'alcoolismo completano quest'affresco a tinte forti di una Sardegna rurale e arcaica, nel suo passaggio verso la modernità.
Estremi cronologici
1925
-1993
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 1990-1999
Fine presunta: 2000-2099
Un funzionario in pensione ritorna a Cortona (Ar), dove è nato e cresciuto. L'amore per la sua città, i suoi abitanti è il filo conduttore del racconto: c'è anche la passione politica e per i viaggi.
L'autore nasce a Ponte Felcino (Pg) nel 1940 da una famiglia di mezzadri, molto unita. L'infanzia è segnata da una malattia renale che lo costringe a una vita riguardata e a lasciare la scuola in terza elementare, per terminarla più avanti da privatista. Trova lavoro come meccanico tornitore, nel 1973 si trasferisce con la famiglia in Casentino, dove trova impiego come tecnico tessile.
L'autrice rievoca la storia della sua famiglia dal 1850 circa al 1967, soffermandosi soprattutto sulla sua infanzia e sulla figura dei genitori, che oberati dal lavoro nei campi non riescono a dare alla figlia l'affetto di cui ha bisogno. Per studiare è costretta ad andare in collegio, fino ai 22 anni, quando decide di lavorare come domestica.
L'autrice, attrice teatrale sarda in pensione, ricorda la sua infanzia vissuta in un quartiere di Cagliari e in un ambiente molto modesto. Brevi episodi che vedono protagonisti i familiari, nonni, zii e vicini di casa.