Nell'ottobre del 1942 un giovane sottotenente parte per il fronte russo e prende parte ai combattimenti sulla linea del Don. Fatto prigioniero in dicembre, rimane detenuto in un rigido campo di detenzione sovietico fino al luglio del 1943. Poi, con gli ufficiali superstiti, è trasferito in una fortezza, dove la prigionia è più sopportabile. Ritorna in Italia solo nel luglio del 1946.
La lunga strada di un prigioniero di guerra nell'U.R.S.S.
Danilo Ferretti
Sulla base di appunti presi durante la prigionia in Russia, l'autore ricostruisce le fasi di quella terribile esperienza: l'arrivo nel campo di lavoro, dove si ammala e soffre per la fame, il freddo e la nostalgia per la famiglia. Durante l'internamento non trascura l'amore per la lettura e la politica: frequenta un campo-scuola con alcuni soldati e ufficali, per aggiornare le sue conoscenze in vista del suo ritorno in Italia, che avviene nel gennaio 1946.
Carteggio intercorso negli anni 1943-45 tra due fratelli piemontesi, entrambi internati in Svizzera dopo l'armistizio. Giorgio, inserito nel campo universitario di Vevey, scrive periodicamente al fratello Fernando raccontando dei suoi studi alla Facoltà di ingegneria di Losanna e dei progetti futuri, esprimendo considerazioni sulla situazione politica italiana. Nell'ultima parte, la trascrizione di un'allocuzione pronunciata davanti alla comunità universitaria contiene un messaggio che pone le basi ideali di una nuova società basata sull'idea di fratellanza: sono le prime basi dell'idea di Europa.