L'autrice, sposata in California, è una madre sola, che rientra in Italia con la figlia, in seguito al divorzio. Costretta a spostarsi in varie città, nonostante difficoltà economiche e lavorative, cerca di crescere al meglio la figlia, che però le diventa sempre più ostile.
Figlia di ebrei ungheresi l'autrice vive l'infanzia a Budapest: a a dieci anni, per sfuggire alle persecuzioni razziali, emigra con i genitori a New York, dove studia, lavora e si sposa la prima volta. Ritorna in Italia, a Milano, lascia il marito e si lega ad un professore d'italiano, con il quale convive per dieci anni prima di sposarlo. Ormai in pensione, a Varese, conduce una vita attiva e agiata a fianco del compagno di vita.
Una vita lunghissima e ricca, questa del nostro autore che nasce in un contesto colto e benestante dove, soprattutto grazie alla madre, la pittrice Marisa Mori, lontana discendente del Bernini, viene a contatto con importanti esponenti della nostra cultura. La passione per la psichiatria e per la psicoanalisi lo inducono, progressivamente, a riflettere sulla condizione del malato di mente portandolo ad impegnarsi attivamente per il superamento dell'istituzione manicomiale a favore di un approccio diverso, più umano e più rispettoso della persona, nei confronti della malattia mentale.
Dopo la separazione dalla moglie, un uomo sceglie di trasferirsi a Montelupo Fiorentino (FI) per restare vicino ai suoi figli. Piano piano si affeziona al paesino e ne apprezza tante cose, dalla pulizia alla cordialità di ogni compaesano, soprattutto sotto le restrizioni causate dal Coronavirus. Trae insegnamento da questo periodo e si sente speranzoso per il futuro.