La sofferenza di una giovane calabrese, nata in Germania, si colloca all'interno di relazioni familiari problematiche. Durante l'adolescenza strappa i legami con la sua terra e cerca la serenità in altre realtà cittadine, che le regalano anche solitudine e angoscia. Alcune delusioni la esasperano a tal punto da compiere un gesto violento contro una psicoterapeuta. Rinchiusa dentro una struttura giudiziaria intraprenderà un cammino difficile per il reinserimento nella società.
L'autrice scrive in terza persona iniziando il suo racconto dalla terza età per poi ripercorrere i fatti salienti di alcuni momenti della sua esistenza, segnata dalla depressione che si manifesta dopo una delusione amorosa del periodo adolescenziale. Nonostante questo conduce una vita ricca di soddisfazioni lavorative, è interprete e funzionaria della Commissione Europea. Scrive per dimostrare che si può uscire da questo stato.
Un giovane maliano racconta i suoi sei anni in Italia, le tante difficoltà affrontate nel suo percorso di migrante e l'esperienza del Covid-19. Ancora in attesa di ricevere protezione internazionale, collabora con un sindacato nel fornire aiuto ai migranti e desidera che il suo iter burocratico finalmente si concluda con esito positivo.
Una donna ripercorre la sua vita a partire dall'infanzia e racconta tutte le difficoltà affrontate nel corso degli anni tra famiglia, lavoro e relazioni interpersonali.
Un'infanzia povera e difficile in un contesto sociale che finirà col procurare più di una ferita all'anima della giovane, ribelle e orgogliosa, che compie da subito scelte impulsive che si riveleranno infelici e portatrici di ulteriori difficoltà. La sua vita è "una enorme matassa aggrovigliata di fili di tanti colori e spezzati" di cui è molto difficile trovare il bandolo e tutto ciò rende il percorso per ritrovare se stessa e l'amore complicato e costoso in termini di sentimenti violati e di emotività : "Avevo trenta anni. Avevo tutto. Non avevo niente. In questa apparente contraddizione era il mio tormento".