Testimonianza di alcune ragazze Rom, che hanno frequentato un corso professionale per mediatore culturale. Dopo i primi timori si sono raccontate, ricordando le diverse esperienze scolastiche, dalla scuola materna sino ad oggi.
Figlia adottiva, vive un'infanzia senza affetti. Adolescente, cerca la vera madre, la trova: appartiene ad una numerosa famiglia di giostrai con mentalità e abitudini molto diverse dalle sue. Si sposa molto giovane e ha due figli. Il primogenito le procura infelicità e dolori. Si droga e ruba. La minore subisce le molestie di un pedofilo. Il marito è debole. Si separano. Lei soffre di disturbi psichici che la costringono anche a ricoveri in clinica.
Oltre trent'anni di scuola come insegnante prima, come preside poi: gli alunni, i colleghi, gli entusiasmi, i drammi, talvolta. Sullo sfondo il marito, la figlia e la società italiana dagli anni Sessanta in poi.
Una giovane studiosa lavora per la cooperazione internazionale nel Kosovo del dopoguerra, curando un progetto di "Archivi della Memoria". Attraverso numerose interviste e incontri emergono i drammi, le speranze e le miserie appena vissute, sia dai serbi che dagli albanesi. Il piano più intimo e personale si sovrappone alla narrazione degli incontri effettuati per motivi di lavoro.
La Romania all'epoca del regime di Ceausescu è al centro del racconto di un'ex insegnante che ricorda la propria infanzia e il periodo della giovinezza quando, con la "mente che si orienta sempre più verso Ovest", studia all'università di Bucarest covando la ribellione contro il dittatore. Il suo gesto solitario, prima della caduta del regime, sarà il lancio di un ritratto di Ceausescu dalla finestra di un'aula universitaria. Poi la fine dell'incubo, il caos e, nel 1990, l'emigrazione in Italia.
Un uomo entra in contatto con alcuni rom che vivono a Roma, frequenta i campi nomadi e instaura un rapporto duraturo nel tempo con la comunità nomade romana.