Racconto di vita di un ex mezzadro. Dalle condizioni inumane dei contadini nel primo novecento e al tempo del Fascismo, allo strapotere degli agrari. Va in guerra nel 1943 in Sicilia e, dopo lo sbarco degli Alleati, è preso prigioniero e condotto prima in Tunisia-Algeria e poi in Inghilterra da dove tornerà a guerra finita. Dal 1964 fa il negoziante. Ora è in pensione.
Nei ricordi di uno scalpellino barese, un lungo viaggio attraverso le lotte contadine in Puglia: antifascista e di fede socialista, paga con il carcere la partecipazione alle rivolte dei primi decenni del Novecento, passando da un istituto di pena all'altro. La detenzione e il processo non smorzano la "sete di giustizia" e il desiderio di vedere attuate le promesse di migliori condizioni di lavoro, in nome delle quali molti hanno sacrificato la loro vita.
Estremi cronologici
1905
-1948
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 1950-1959
Fine presunta: 1960-1969
Il 5 novembre 1951 dalle carceri di Lucera, l'autore finisce di scrivere le sue memorie che iniziano dai primi del Novecento. Una vita passata fra lotte sindacali, carceri, scontri anche armati con i fascisti e la polizia, confino e vendette. Siamo a Cerignola ai tempi di Giuseppe di Vittorio di cui è amico e compagno. Forte è anche il suo legame con la moglie e i suoi figli.