Figlia adottiva, vive un'infanzia senza affetti. Adolescente, cerca la vera madre, la trova: appartiene ad una numerosa famiglia di giostrai con mentalità e abitudini molto diverse dalle sue. Si sposa molto giovane e ha due figli. Il primogenito le procura infelicità e dolori. Si droga e ruba. La minore subisce le molestie di un pedofilo. Il marito è debole. Si separano. Lei soffre di disturbi psichici che la costringono anche a ricoveri in clinica.
L'infanzia, con la famiglia in Cirenaica, è caratterizzata dal ricordo delle razzie subite da parte dei predoni arabi, ma anche da momenti lieti di gioco. Racconta la fuga tragica da Bengasi a Tripoli, sotto il fuoco degli inglesi, e l'accoglienza in una tribù locale.
L'autore racconta la sua infanzia serena prima a Terni poi in Sicilia. A Catania cresce, studia, lavora, sempre vicino alla sua famiglia. Nel 1943 va militare in Piemonte dove lo sorprende l'Armistizio. Preso prigioniero dai tedeschi, è deportato in Germania, dove è costretto a fare diversi lavori, alcuni massacranti. Nell'aprile del '45 arrivano gli alleati, ma solo a fine luglio del 1945 riesce a far ritorno a Catania.
Un assistente sociale ricorda sia l'infanzia segnata da un maestro che l'ha umiliato facendone lo zimbello della classe, sia l'adolescenza, con orribile episodio di violenza sessuale subita da un gruppo di coetanei. Ora, quarantenne, è solo, molto infelice, senza interessi per l'altro sesso, ma con il rifiuto dell'omosessualità.
Nata in seguito ad uno stupro, vive ad Udine fino al 1917 poi in Toscana, terra natale della madre, dove si sposa nel 1935. Dal matrimonio nascono un figlio e due figlie che vivranno l'una a Berna, dove morirà poco dopo la scomparsa del padre, l'altra a Berlino, dove vive i disagi dell'unificazione dopo il 1989.