Dopo aver ricostruito il proprio albero genealogico una donna si spinge a raccontare il suo ingresso nel mondo del lavoro a Torino, le traversie della guerra e quelle della figlia nata dal suo matrimonio. Quest'ultima partecipa alle lotte studentesche degli anni settanta e, dopo essersi sposata, morirà giovane di sclerosi multipla.
Un pensionato nato in un quartiere "piccolo borghese" di Torino, parte dall'infanzia per raccontare come è cambiata la vita in questa città, dagli anni Trenta fino ai giorni nostri, intrecciandola con la propria, legata ai ricordi di esperienze sentimentali, delle vacanze, del lavoro alla Fiat, della passione politica. Militante del PCI, ne segue i cambiamenti durante gli anni, appoggiandoli o criticandoli, comunque partecipando in prima persona alle iniziative del partito.
L'autore ricorda un equivoco avvenuto il 21 aprile 1944 quando lui e due altri colleghi, nel tragitto di ritorno dallo stabilimento di Avigliana alla sede della Fiat, vengono fermati dai soldati repubblichini e portati in caserma con l'accusa di essere autori di una rappresaglia avvenuta la mattina stessa. Chiarito l'equivoco, grazie all'intervento del direttore e del maggiore tedesco, vengono rilasciati.
Nato in una famiglia dell'alta società torinese, ci racconta l'infanzia e l'adolescenza felici, la giovinezza dedicata alla difesa della patria e dei valori in cui crede, la guerra e la liberazione del proprio paese. L'appartenenza ad un elevato ceto sociale fa sì che il racconto introduca personaggi importanti e situazioni interessanti.
Un giovane abruzzese, nato nell'immediato secondo dopoguerra, si trasferisce a Torino e inizia a lavorare alla Fiat. Dopo alcuni anni riesce a ottenere il trasferimento in uno stabilimento con sede in Abruzzo; si sposa, coltiva amicizie e interessi e va in pensione all'inizio del nuovo millennio.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1950-1955
Fine: 2006
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 2006-2012
Fine presunta: 2006-2012