La memoria, in forma di diario, di circa otto mesi di guerra nella provincia di Arezzo: un insegnante in pensione, allora adolescente, ripercorre la tensione di quel periodo, le ristrettezze, la violenza nazifascista e l'obbligo dello sfollamento. Di podere in podere, la famiglia si sposta con il solo necessario per sfuggire i frequenti bombardamenti, sino al rientro nel proprio paese ormai libero.
Un maggiore della guardia di finanza, si trova nel 1944 a Lucca durante il passaggio del fronte. Continua il suo lavoro d'ufficio, ma vive i disagi della guerra: i bombardamenti, la scarsità di cibo, la mancanza di notizie da casa. Annota e commenta le distruzioni, le razzie, le ritorsioni dell'esercito tedesco in ritirata. Riesce finalmente a tornare a Roma con mezzi di fortuna il 15 ottobre 1944.
Nel dicembre 1943 l'autrice è una studentessa al ginnasio e, mentre l'insegnante di matematica spiega, inizia un bombardamento che costringe tutti a correre nel rifugio. Spavento, claustrofobia e il dolore per la distruzione che si immagina fuori.
La vita di una donna a Pistoia, segnata dalla guerra, al ricordo dei genitori, dal dopoguerra al matrimonio. Ora il marito è morto, lei ha sofferto per la depressione e ne è uscita con l'aiuto degli amici.
In terza persona, l'autore ricorda i terribili giorni del maggio 1944 a Piombino, tra bombardamenti, fughe e rifugi, la ricerca del cibo e lo sfollamento. Torneranno a casa con l'arrivo degli americani.