Una casalinga all'età della pensione si mette a scrivere i suoi ricordi semplici di vita di paese nel periodo dell'adolescenza, degli anni Trenta e Quaranta. La famiglia e la campagna sono protagoniste di un periodo di vita fatto di piccole cose, segnate dalla povertà e dalla capacità di adattarsi alle situazioni.
Prendendo a pretesto il titolo di un almanacco noto nella sua città, un bancario in pensione si dedica alla sua storia di vita caratterizzata dai luoghi in cui ha vissuto, e dalle case che ha abitato. Un capitolo dedicato alla guerra, poi c'è il lavoro, il boom economico e le tante persone incontrate.
In un borgo toscano delle colline pisane si sviluppano i ricordi spensierati d'infanzia e fanciullezza di un'insegnante. Sfilano nella memoria i personaggi che popolano i primi anni della sua vita, i nonni e gli altri componenti della famiglia. L'affresco del paese, con le feste tradizionali, i giochi della giovinezza, le cose semplici del passato, le rendono più chiaro il cammino verso l'età adulta.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1950-1959
Fine presunta: 1960-1969
Un'insegnante in pensione ricorda gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza vissuti in un paese collinare della provincia di Arezzo. Nella memoria ricostruisce il contesto sociale e ricorda le figure famigliari, che lo hanno cresciuto ed educato.
"Se ce l'avevo fatta a Londra potevo farcela ovunque". Dopo aver trascorso dodici anni a Bologna (dove si diploma all'accademia di Belle Arti), in Francia e in Inghilterra, un giovane calabrese torna nella sua terra e, insieme alla sua compagna, apre un laboratorio di ceramica in un paesino della Sila, tentando anche la vendita come ambulante. Il sogno si infrange in mille difficoltà - "in Calabria non serve a niente lottare" - e il giovane finisce per abbandonare le sue aspirazioni artistiche accettando un lavoro nell call-center dell'Alcatel. Ma non resisterà a lungo.