La guerra vissuta e raccontata con gli occhi di una bambina che, insieme con il fratello e una cuginetta, passa le giornate a giocare e a combinare "birichinate", pur nel clima di pericolo e bombardamenti su Roma. I fatti storici delle Fosse Ardeatine e della liberazione della capitale fanno da sfondo a questo affresco di piccola borghesia.
Racconti d'infanzia e di guerra in Toscana, tra il capoluogo di regione e le colline. Città e campagna contribuiscono alla formazione di una bambina e adolescente che diventerà telefonista, e saprà tornare con i ricordi spontanei a quei tempi lontani.
Di origini napoletane, si trasferisce in Veneto alla fine degli anni Quaranta. Questo è il presupposto di un racconto autobiografico che ha per soggetto la famiglia dell'autrice, la scuola, i giochi d'infanzia, la guerra e i bombardamenti. A questi ricordi faranno seguito le altre età della vita, con gli amori, i matrimoni dei fratelli e la separazione da Napoli per il Veneto.
Un fiorentino racconta la sua infanzia nel periodo del fascismo e della guerra: la scuola, la gioia delle divise e delle sfilate, le mille birichinate e i tanti giochi. Nemmeno la guerra interrompe il suo bisogno naturale di giocare, anche se la vive e ne ricorda gli orrori. L'arrivo degli alleati e il ritorno del fratello arruolato concludono il racconto.
L'improvviso passaggio verso la maturità, è segnato, nella memoria di un pensionato milanese, dall'adesione al movimento partigiano e dalla deportazione in Germania. Sfuggito alla condanna a morte perchè ancora adolescente, vive l'incubo del lavoro forzato, dell'abbruttimento fisico e morale. Poi, con due compagni, la rischiosa fuga verso il confine con l'Italia, dove torna ancora diciassettenne ma già uomo.