Durante la Seconda guerra mondiale, un militare impegnato nella Campagna di Russia racconta in un diario la propria esperienza militare, dal viaggio che dall'Italia lo porta in Ucraina alle numerose difficoltà incontrate nei lunghi mesi di servizio, durante il quale un episodio in particolare mette in grave pericolo la sua vita.
Un uomo ripercorre la propria vita a partire dall'infanzia. Nato nel viterbese a inizio Novecento, fin da giovanissimo si sposta a Roma per motivi di studio e poco tempo dopo perde la madre. Chiamato alle armi nel 1918, raggiunge la zona di guerra sul finire dei combattimenti e dopo l'armistizio continua a servire. Congedato, ricomincia a studiare, poi entra nel mondo del lavoro, si sposa e diventa padre. Prende parte anche alla Seconda guerra mondiale: inviato a Rodi, è preso prigioniero dopo l'8 settembre 1943 e internato in Polonia, dove resta fino alla primavera successiva. Il rientro in Italia non segna però per lui la fine delle difficoltà.
Una donna rievoca gli anni dell'infanzia, segnati dalla Seconda guerra mondiale e dalla prigionia del padre, che fa ritorno a casa sul finire del 1945 e che ha tenuto un diario durante l'internamento in Ucraina e Germania e nei lunghi mesi in cui attende di essere rimpatriato dagli inglesi.
Nel 1943 un ufficiale viene internato prima in Polonia e poi in Germania. Nei lunghi mesi di prigionia annota in un diario notizie e riflessioni sia sulla propria condizione sia sul conflitto. Sposato e padre di due figli, rivolge costantemente il pensiero alla famiglia, affrontando anche il dolore per la perdita del padre. Liberato dagli Alleati nell'aprile del 1945, interrompe il suo diario alla fine di luglio, quando non è stato ancora rimpatriato.