Trentaquattro anni di vita (1906-1940) ricostruiti nel dettaglio, grazie a una predisposizione innata verso la scrittura di sé che lo aveva portato a disseminare agende di appunti e fatti, ancor prima di concepire sistematicamente la scrittura di un diario. Una pratica che Marcello avvia in un momento delicato della storia italiana, poco più di un mese dopo l’ingresso nella Seconda guerra mondiale. Da quel giorno e per i successivi 48 anni (1940-1988) non rinuncerà più a raccontare in prima persona la sua traiettoria personale e quella della sua famiglia, di antica nobiltà napoletana, legata in modo profondo alle vicende del Paese. Il padre Giulio, eminente...
L'autrice presenta questo viaggio nelle vicissitudini della sua genealogia come una personale necessità "Per recuperare la memoria storica della mia famiglia e mia"; e nel rievocare le vicende famigliari rievoca anche le piccole e grandi vicende che hanno caratterizzato la quotidianità del nostro popolo nel corso del Novecento.
Per contrastare la solitudine scaturita dell'isolamento imposto dalle norme contro la pandemia, nove donne, facenti parte del gruppo "Libri...amo", sostituiscono gli ormai impossibili incontri di lettura ad alta voce con una forma di corrispondenza tramite WhatsApp o e-mail: su suggerimento di una di loro iniziano a scrivere "raccontandosi" reciprocamente col fine di condividere ricordi ed emozioni. Insieme al vissuto di queste signore, emerge un interessante affresco della cultura sarda ed il risultato è un testo fresco e di piacevole lettura.
Due liceali fiorentini negli anni Novanta tengono un diario a due voci - con pagine scritte anche da altri compagni - sotto forma di epistolario. Nei pensieri che si scambiano trovano posto i loro sentimenti, l'amore e l'amicizia, lo studio e gli interessi al di fuori della scuola.
Nata da padre pittore e madre sarta per signore borghesi, cresce in una famiglia non ricca ma di buone frequentazioni nella Toscana del primo Novecento. La bellezza e la cultura della campagna fiorentina, prima, e della stessa Firenze, poi, fanno da sfondo all'adolescenza dell'autrice che vive profondamente questa "toscanità" descrivendola con dovizia di particolari e ricchezza di linguaggio.