Un'insegnate in pensione racconta la sua vita dall'infanzia a trent'anni circa e conclude la narrazione con alcuni episodi relativi al periodo successivo, fino ad arrivare al tempo della scrittura.
Una coppia di fidanzati corrisponde negli anni della Seconda guerra mondiale. Dopo la laurea, Renato viene chiamato alle armi e poi inviato sul fronte africano, dove viene fatto prigioniero. Rientrato in Italia poco prima della fine del conflitto, deve aspettare ancora alcuni mesi prima di potersi ricongiungere con l'amata Natalina. Alla fine di dicembre del 1945, i due riescono finalmente a unirsi in matrimonio, come già avevano programmato di fare prima di essere separati dal lungo periodo di prigionia.
Un uomo nato all'inizio degli anni Venti in una famiglia di braccianti scrive la propria autobiografia. La sua infanzia è segnata dalla povertà e dal lavoro, la giovinezza dalla chiamata alle armi durante la Seconda guerra mondiale, quando presta servizio prima in Grecia e poi in un campo di prigionia del maceratese. Nel dopoguerra si sposa e diventa padre, trovando anche la stabilità lavorativa. Nel suo racconto, anche i viaggi compiuti in Sudafrica per visitare la sorella, trasferitasi a Johannesburg dopo il matrimonio.
Dal 1930 e per oltre quarant'anni, un gruppo di persone legate prevalentemente da relazioni familiari, amorose e amicali corrisponde scambiandosi notizie e informazioni per lo più di natura personale.
Dai primi del Novecento, due generazioni familiari corrispondono principalmente nel periodo del fidanzamento. Le nozze e le nascite dei figli non mettono fine alla scrittura, elemento di contatto anche con persone esterne alla famiglia e mezzo per narrare sentimenti e fornire notizie di sé per oltre cinquant'anni.