Non vivere il passato significa non vivere presente e futuro
Pia Maria Mercaldo
E' il 1982, Pia sta assistendo la madre malata terminale e ne approfitta per ricordare la sua vita dall'infanzia gioiosa a Capua, in una famiglia con sette figli, papà mamma e lo zio. Poi la guerra, e quando tutto torna alla normalità lo sconvolgimento degli equilibri familiari con l'allontanamento della madre e la nuova convivenza del padre. Con la maggiore età si trasferisce al Nord dove si sposa.
E' il racconto di 3 anni di vita militare dal 1941 al 1943, trascorsi dall'autore presso Fara Sabina, provincia di Rieti. In questo periodo accadono diversi eventi: la morte del padre, ricco proprietario terriero, che Giuseppe non ha più rivisto e l'armistizio dell'8 settembre 1943 dopo il quale Giuseppe, fuggito dalla caserma riesce a raggiungere con un treno Acerra e da lì, con tanta pazienza si è incamminato, con altri compagni, a piedi, per raggiungere la Sicilia, rischiando di essere ucciso da un momento all'altro dai tedeschi. Arrivato a casa, a causa delle pessime condizioni in cui si presenta non viene nemmeno riconosciuto e vi trova una situazione m...
Nel 1943 un militare inglese viene fatto prigioniero sul fronte africano e portato in Italia. Chiuso nel campo di Fontanellato (Parma), scappa dopo poco tempo e scende lungo la penisola, raggiungendo le linee alleate.
I membri di una famiglia di origine siciliana si scambiano lettere nel corso di oltre cinquant'anni. La maggior parte delle missive - scritte e ricevute anche da amici e colleghi - è opera di due fratelli, entrambi ufficiali dell'Esercito: uno di loro ha combattuto la Grande Guerra ed è un magistrato militare, l'altro presta servizio in Albania (dove nei primi anni Trenta è a capo della Scuola allievi sottufficiali di Tirana), poi in Africa durante la Guerra italo-etiopica e infine di nuovo in Albania. I temi della scrittura sono sia professionali sia privati e le lettere evidenziano il forte legame e il profondissimo affetto che lega i membri della famiglia...