Una pensionata veneta inizia a scrivere il suo diario alla soglia dei sessanta anni, quando, ormai libera da impegni familiari e con i figli ormai adulti, trova tempo da dedicare ai suoi pensieri. Riacquista la voglia di vivere, fa viaggi, va in palestra, frequenta l'Università della Terza età, scrive poesie.
Riflessioni di un'insegnante pugliese, madre di tre figlie e disoccupata. Impiega il suo tempo a leggere, riflettere e colloquiare con le figlie adolescenti, e attraverso la scrittura comunica la sua filosofia di vita.
Ricordi dell'infanzia di una bambina destinata, negli anni Sessanta, alla vita domestica, vissuta nel ricordo dell'adorata madre. Una giovinezza in graduale emancipazione, economica e culturale, che culmina nel matrimonio, contratto a diciassette anni.
L'autrice presenta questo viaggio nelle vicissitudini della sua genealogia come una personale necessità "Per recuperare la memoria storica della mia famiglia e mia"; e nel rievocare le vicende famigliari rievoca anche le piccole e grandi vicende che hanno caratterizzato la quotidianità del nostro popolo nel corso del Novecento.