Dopo aver imparato il mestiere di sarto Salvatore, non riuscendo a trovare un'occupazione soddisfacente, emigra negli Stati Uniti. E' il 1953, poco dopo viene assunto in un'importante azienda dove riesce a farsi strada fino a raggiungere il grado di manager. A New York conosce un'italiana anch'essa emigrata, che sposa e dalla quale avrà due figli. Conduce una vita piena di soddisfazioni, descrive uno spaccato di vita americana negli anni del New Deal. Torna in Italia quando riceve l'incarico di dirigere una fabbrica di confezioni.
Estremi cronologici
1933
-1980
Tipologia testuale
Memoria
Natura del testo in sede
Fotocopia originale: 1
Dattiloscritto: 2
Formato Digitale: 1
Fotografie
L'autrice, imprenditrice in pensione, nasce in una grande famiglia contadina che conta sedici persone. Vive un'infanzia povera durante la guerra, si sposa giovanissima e va a vivere in casa dei suoceri, prima contadini poi lavoratori nel campo dei tessuti. Nascono due figli, accuditi dalla suocera, mentre genitori e cognati lavorano duramente per diventare imprenditori di successo nel campo della tappezzeria.
L'autore lavora come assistente tecnico a Milano in un'industria chimica di produzione e trasformazione di gomma sintetica, è soddisfatto del suo lavoro ma decide di trasferirsi nelle Marche per assumere l'incarico di responsabile della produzione in un'azienda produttrice di suole sintetiche, allettato dalla prospettiva di una retribuzione doppia rispetto a quella percepita ma ignaro delle enormi difficoltà che incontrerà nell'assolvere il nuovo incarico. Nel testo racconta le lotte, le traversie, vittorie e delusioni del nuovo incarico.
Una donna combatte come partigiana durante la seconda guerra mondiale e, nel dopoguerra, eletta nella commissione interna del calzaturificio Cocchi, lotta per migliori condizioni di lavoro.
Appartenente a una famiglia disagiata, uno studente universitario lavora in uno dei conservifici del suo paese, per guadagnare denaro che gli consenta di continuare gli studi in legge: ormai avvocato, ricorda l'esperienza del lavoro a catena, con turni faticosi e una paga esigua ma indispensabile. Un affresco dell'Italia meridionale degli anni Cinquanta.