Un giovane descrive ciò che ha provato dopo essersi iniettato droga per la prima volta: sensazioni, visioni, allucinazioni che lo spingono a "farsi" di nuovo.
La parabola di un'esistenza giovane invasa dalla tossicodipendenza - dalla ribellione contro la scuola, alla prostituzione - narrata con lucido verismo da una figlia di buona famiglia
Un'infanzia difficile, la tossicodipendenza, l'esperienza in carcere. Poi, la scoperta di una malattia che sembra una sentenza di morte, ma che diventa invece l'inizio di una nuova vita, segnata dall'incontro con Dio e dalla nascita "miracolosa" di un figlio.
Autobiografia divisa in quattro parti. Nella prima l'autrice, figlia di una domestica sarda, rievoca l'infanzia, quando viene adottata a cinque anni da una famiglia di Roma. Nella seconda racconta gli anni della guerra: la paura dei bombardamenti e le difficoltà quotidiane. Nella terza, dopo la morte del padre adottivo e la fine della Seconda Guerra mondiale, trova lavoro presso un Ente pubblico. Sposatasi con un ufficiale dell'Esercito, dal quale ha due figli, vive a Roma fino al 1963, ha una figlia naturale ma non riesce a separarsi. Nell'ultima parte racconta il trasferimento della famiglia a Genova, la nascita dei nipoti, la morte prematura di due figli.