Durante la Seconda guerra mondiale un militare siciliano presta servizio in Albania e in Grecia e dopo l'armistizio dell'8 settembre 1945 viene internato in Germania. Nella sua memoria descrive le condizioni durissime prima del periodo trascorso al fronte e poi della prigionia, tra violenze, fame, lavoro forzato e bombardamenti. Rientrato in Italia nell'agosto del 1945, raggiunge il proprio paese natale ma il ritorno a casa non ha per lui la gioia sperata.
Durante la Seconda guerra mondiale, un tenente siciliano scrive alla sorella prima dal fronte e poi, più a lungo, dal campo tedesco dove viene internato. Rassicurandola sempre sulle sue condizioni, chiede notizie dei familiari, fornisce indicazioni sull'invio dei pacchi spettanti ai prigionieri ed esprime a lei e a tutti coloro che gli vengono in aiuto la propria gratitudine.
Durante la Grande Guerra un giovane irredentista lascia Trieste e si rifugia in territorio italiano, dove intraprende la carriera militare in Marina. Specializzatosi in idrografia, vi si dedica con passione e guida diverse missioni di rilevamento idrografico. Capo di Stato Maggiore del Comando Marittimo Militare dell'Egeo nel secondo conflitto mondiale, nel 1948 è protagonista del primo ingresso di navi da guerra italiane nel Golfo di Trieste dalla fine delle operazioni belliche.
Estremi cronologici
1915
-1955
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 1955-1970
Fine presunta: 1955-1970
Un internato militare scrive alla moglie nei lunghi mesi di prigionia nei campi del Terzo Reich. La ricerca di notizie da casa, le informazioni sui pacchi spettanti ai prigionieri, le rassicurazioni sulla propria salute e sul morale tenuto alto nonostante la situazione difficile sono i temi principali delle sue lettere.