Un uomo nato ai primi del Novecento tiene un diario fin dall'infanzia e per circa mezzo secolo affida alle sue pagine la cronaca della propria vita e la narrazione delle vicende storiche e politiche nazionali e internazionali. Funzionario ministeriale, in epoca fascista presta servizio nelle colonie e rientra in Italia nel dopoguerra, proseguendo la sua professione e mantenendo un fortissimo amore per la Patria. Marito e padre, si dedica alla famiglia - superando momenti difficili tra i quali la morte prematura della prima moglie - e coltiva i propri passatempi, in particolare la pittura e il modellismo.
La bellezza e le ricchezze naturali degli stati sudamericani, insieme alla loro storia, al loro clima, alle loro popolazioni dalle origini e dalle usanze più svariate, sono mirabilmente descritte in questa memoria di viaggio della fine del XIX secolo che ci offre, ancora oggi, spunti di riflessione insieme a una piacevole lettura.
Dai numerosi viaggi della vivace Lucia, anziano medico giramondo, emerge un'intensa rete di forti rapporti familiari, amicali e culturali, propri del mondo ebraico. La diaspora si "visualizza" nelle sue mille sfaccettature, siano esse vittoriose o drammatiche, e gli scritti di questa anziana signora, insieme al carattere indomito della protagonista, ci restituiscono l'immagine di un popolo che, malgrado la sua millenaria dispersione, non ha mai perso se stesso.