Una ragazza nata e cresciuta in Italia da genitori di origine albanese racconta la ricchezza e le difficoltà di essere parte di due culture. Profondamente legata alla famiglia, è fiera delle proprie origini e denuncia come il razzismo subito dagli stranieri sia ancora presente.
Un albanese inizia il suo racconto ricordando episodi dell'infanzia legati alla scuola, alla famiglia e alla guerra civile. Conseguita la laurea, desidera iscriversi a un master in Italia e si trasferisce a Milano, ma il suo titolo di studio non è riconosciuto e non può accedere. Nonostante non possa portare avanti il proprio progetto di studio, decide di non tornare in Albania. Finito in una situazione complicata, spera di poter riprendere presto in mano la propria vita e crearsi una famiglia.
Durante il conflitto russo-ucraino una giovane donna di origine albanese, in Italia da molti anni, trascorre lunghi periodi a Odessa come operatrice Caritas-SPES. Le pagine del suo diario raccontano l'orrore della guerra, i continui allarmi e i bombardamenti, il dramma delle tante persone che hanno perso tutto, le privazioni, la paura e lo stato di costante pericolo, la stanchezza per una situazione che non sembra destinata a risolversi a breve. Nel buio di tanto dolore, la forza della solidarietà regala momenti significativi che coinvolgono la popolazione e i volontari.
Una donna di origine albanese che vive in Italia da quasi vent'anni e lavora come operatrice socio-sanitaria in una casa di riposo racconta le difficoltà dell'infanzia - legate soprattutto a problemi di salute della madre - che la portano a crescere lontano dalla famiglia. Diventata adulta emigra per potersi costruire una vita migliore ma resta molto legata ai genitori, che torna a visitare ogni volta che può e verso i quali nutre un amore sconfinato.
Una donna di origine albanese ricorda il periodo della dittatura e gli eventi che portano alla caduta del comunismo nel Paese all'inizio degli anni Novanta.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1980-1990
Fine presunta: 1990-1995