L'improvvisa morte del padre, operaio metalmeccanico, segna l'adolescenza e la giovinezza di un ragazzo campano: costretto a faticosi turni in fabbrica, per aiutare la madre nella gestione della famiglia, partecipa alle lotte sindacali per il miglioramento delle condizioni di lavoro. La crisi dell'azienda, il precariato e la necessità di nuove committenze, costringono i vertici dell'azienda a radicali quanto positivi cambiamenti.
Il 5 novembre 1951 dalle carceri di Lucera, l'autore finisce di scrivere le sue memorie che iniziano dai primi del Novecento. Una vita passata fra lotte sindacali, carceri, scontri anche armati con i fascisti e la polizia, confino e vendette. Siamo a Cerignola ai tempi di Giuseppe di Vittorio di cui è amico e compagno. Forte è anche il suo legame con la moglie e i suoi figli.
Lavora come contadino e nel tempo libero si dedica alla politica. Già da ragazzo aderisce al PCI. Inizia a lavorare alla Confederterra e, successivamente, viene eletto direttore dei contadini mezzadri. Vive un periodo molto tormentato poichè ricco di lotte contadine. Diviene presidente provinciale dell'Alleanza Contadini di Caltanissetta fino al 1980. Dal 1956 al 1996 è stato presidente della cooperativa "La Rinascita". Infine si è occupato di associazionismo e ha costituito 3 associazioni cerealicole. Nel testo si trovano due interviste.