Un piccolo fiorentino nato sul finire degli anni Venti scrive un diario nel periodo in cui frequenta la scuola media. La scuola, i giochi con gli amici, le vicende della Seconda guerra mondiale e la cronaca degli eventi personali e familiari sono gli argomenti principali della sua scrittura.
Un aretino nato negli anni Quaranta scrive la propria autobiografia, raccontando la famiglia, lo studio, il lavoro e gli hobby. Gran parte della sua vita professionale si svolge nel comparto dell'abbigliamento, dove lavora come rappresentante e imprenditore, ed è testimone nel corso della sua carriera dei diversi mutamenti del settore.
L'autrice cresce in una famiglia semplice e affettuosa, segnata dalla guerra e dalla vita contadina. Fin da giovane lavora e sviluppa un forte senso dei valori familiari. Nel 1956 conosce l'uomo che poi sposerà nel 1961. Insieme costruiscono una famiglia e un’attività di torrefazione ad Arezzo, poi portata avanti dai due figli. Partecipa attivamente alle attività culturali organizzate nella zona in cui vive. Dopo la perdita del marito si trasferisce ad Arezzo avvicinandosi ai figli, dove continua a dedicarsi con passione alla musica, al teatro e all’arte mantenendo viva la curiosità e la vitalità che hanno sempre caratterizzato la sua vita.
Una donna racconta dell'episodio in cui, durante un breve viaggio a Chiusi della Verna, incontra un giovane romano, che diventerà suo marito. Racconta anche di una vita segnata da difficoltà e resilienza: colpita da poliomielite da bambina e cresciuta con una madre affetta da depressione, affronta presto la solitudine e la malattia. Il matrimonio e la nascita di due figli le danno gioia e felicità fino alla perdita del marito, dopo un lungo periodo di cure e sofferenza. Rimasta vedova, trova nuova forza dedicandosi ad attività personali come la palestra, la scuola di disegno e il conseguimento della patente a sessant’anni.