Uomo colto, prende spunto da una sopravvenuta corrispondenza con un amico d'infanzia per ripercorrere i ricordi della sua infanzia e del suo vissuto filtrati dalle sue esperienze e dalla sua poesia.
Affresco bello e intenso di un'umanità smarrita, affamata e impaurita dai combattimenti che avanzano: l'istinto di sopravvivenza fa accettare condizioni di vita degradate nella promiscuità delle grotte, atavici rancori sociali inducono a rivendicazioni e vendette, mentre le storie delle persone e delle famiglie si intersecano nella fatica della sopravvivenza quotidiana tra grandi egoismi e piccole forme di solidarietà nel contesto di una guerra che porterà profondi mutamenti, sociali e politici, non sempre apprezzati dalla raffinata autrice.
"Prima di conoscerti pensavo di frequente alla morte [...]. Stanco della vita, pronto a chiudere l'ultima parentesi. Poi sei arrivata tu, con le tue foto, coi tuoi "dittici". E' stato un po' come ricominciare da capo qualcosa che si credeva perduto per sempre...". Così, l'anziano insegnante si trova coinvolto in un sentimento profondo, non corrisposto, verso la giovane fotografa, bisognosa di molteplice aiuto e attratta essenzialmente dall'affinità intellettuale che si è andata instaurando tra loro, affinità che la fa "crescere", predisponendola al suo "volo". Su questo sottofondo l'esplorazione, a tutto tondo, del mondo contemporaneo della fotografia sotto...
Pensieri, principi filosofici e religiosi, aforismi vanno a delineare la visione dell'esistenza di una mente intelligente e colta che trasferisce il suo sentire quotidiano e la sua profonda conoscenza in un "corpus" di riflessioni interessantissimo sull'uomo e su Dio, sulla vita, individuale e sociale, e sulla morte con uno sguardo acuto verso il futuro sempre visto come imprescindibile dal passato.