Domenico è un giovane contadino che vive nelle campagne di Pistoia. Nel 1942 viene arruolato e inviato in Grecia, dove trascorre un periodo relativamente calmo, finché non si trova a operare in prima linea. Nelle lettere che invia a casa cerca di rassicurare i familiari, si interessa dei lavori di campagna, si raccomanda al fratello per le api e si rammarica di non poter tornare. Invia l'ultima lettera il 10 gennaio del 1944 come internato in un campo tedesco. Dopo pochi giorni morirà nel naufragio di un piroscafo.
Interrotti gli studi il giovane Santo decide di arruolarsi per tentare l'avventura coloniale. Dopo il corso Allievi Ufficiali a Spoleto si imbarca su "Urania" e sbarca in Africa pochi giorni prima dell'entrata in guerra dell'Italia. Illusioni giovanili e disincanti davanti all'amara realtà della vita militare: impressioni e riflessioni di una vita deludente finché non sceglie di andare in prima linea a combattere. Ferito al braccio destro dal nemico e ricoverato a Gondar vede la città resistere strenuamente fino all'entrata degli Inglesi. I lunghi anni di prigionia sono riempiti dalla lettura e dalla scrittura.
L'autore nasce in provincia di Varese nel 1911. La memoria descrive gli anni di guerra e di prigionia dal marzo 1941 all'aprile 1944, da quando partecipa alla campagna di Jugoslavia ai vari e duri spostamenti della vita militare. Prigioniero prima in Africa e poi in Inghilterra, dove viene trattato civilmente, tornerà in Italia due anni dopo dalla fine del racconto, nel 1946.
Un mezzadro di Vinci, sposato con una giovanissima del posto, arruolato negli Alpini nel 1940 è inviato prima in Jugoslavia e poi in Russia sul fronte del Don. Scrive ai familiari e alla moglie per rassicurarli sulla sua salute e per seguire le vicende di casa, con la speranza di farvi ritorno prima possibile. Dalle lettere si capisce che il fronte è fermo sulla destra del Don ma nel gennaio del 1943 avviene l'offensiva russa, dopo la quale l'autore risulta disperso.
Un soldato di leva della provincia di Lodi è arruolato fra i Bersaglieri. Scrive lettere ai genitori per rassicurarli quando viene inviato in Russia, sul fronte del Don. Spera di tornare a casa sano e salvo, chiede notizie ai familiari e pacchi con sigarette e liquori. L'epistolario termina con una lettera di un colonnello che annuncia alla famiglia la morte del soldato e la concessione della Medaglia al Valore per le sue doti di valoroso combattente.
A tre anni l'autore è in Argentina con il padre emigrato e la madre, della quale resta subito orfano a causa di un'epidemia di vaiolo. Torna in Italia dai nonni, frequenta le scuole e quando compie dodici anni attraversa di nuovo l'oceano da solo. Va per tre anni a scuola serale per diplomarsi contabile e lavora nel negozio del padre, fin quando questi non decide di rientrare in Italia e non gli propone di rilevare l'attività, cosa che rifiuta. Va a lavorare come impiegato in una Casa di Commercio nel Chaco, in una zona rurale, ostile. Fa ricorso alla caparbietà e arriva al successo nel lavoro, mentre per l'amore deve aspettare un lungo viaggio in Italia, an...
Estremi cronologici
1882
-1938
Tempo della scrittura
1920
-1930
Tipologia testuale
Memoria
Natura del testo in sede
Dattiloscritto: 4
Originale autografo: 1
Fotocopia originale: 1
Allegati
Fotografie