Rimasto congelato durante la ritirata dalla sacca del Don, un invalido di guerra parla sorridendo delle sue quattro gambe ortopediche: due sono di ricambio.
La Campagna di Russia vissuta nelle truppe alpine, fino al disastro della ritirata nella morsa del gelo, mancando di vestiario adeguato. L'aiuto dato a un compagno, che ormai si riteneva spacciato, coronerà la sfida a queste terribili sofferenze.
Un giovane colto e sensibile combatte sul Don: in un momento di riposo scrive al fratello più piccolo. Non vuole però lamentarsi delle dure prove che sta affrontando, ma decide di descrivergli alcune abitudini russe: le case bianche, le grandi stufe, quasi un tutt'uno con i muri portanti, le icone d'argento, la mancanza di sassi. Il tutto nel tentativo di tranquillizzare la famiglia.
L'autore, rimasto orfano di padre, vive un'infanzia povera, ma dignitosa, con la madre e i fratelli. Studia in vari collegi, fino alla laurea. Inizia a lavorare come istitutore e raggiunge la qualifica di funzionario Inadel. Durante la seconda guerra mondiale, dopo una breve permanenza in Grecia, è ufficiale bersagliere nell'Armir e partecipa alla cruenta campagna di Russia da dove, seppure ferito, riesce a tornare.