Mescolando diario a memorie scritte più tardi, l'Autrice rievoca con gli occhi di allora gli anni di guerra fra il 1940 e il 1943: la sfortunata storia d'amore con un ufficiale tedesco, in Sicilia, la morte della madre e il trasferimento sul Lago Maggiore.
Un matrimonio per procura di una giovane siciliana con un italiano che abita in Libia, porta la coppia a vivere in Australia, dove diventeranno proprietari di un ristorante e avranno cinque figli, ai quali ora la madre dedicherà le memorie delle sue vicissitudini, con al centro l'infanzia e i collegi.
L'epopea picaresca di un siciliano semianalfabeta, classe 1899, raccontata in mille fittissime pagine, con il punto e virgola a dividere ogni parola dalla successiva. Così la guerra sul Piave è spogliata di ogni retorica - cinico e disincantato, Vincenzo pensa solo a dormire e mangiare -, poi vive la povertà del Meridione, la Libia e l'Abissinia in camicia nera, fa festa per lo sbarco degli Americani, pratica la borsa nera, favorisce il banditismo, sempre destreggiandosi fra mafiosi e carabinieri, contrabbando e legalità.