L'infanzia in una famiglia bracciantile emiliana, l'emigrazione in Germania alla ricerca del lavoro durante il ventennio fascista, il rientro in patria e, finalmente la tranquillità, di una famiglia dove amore e rispetto sono segni distintivi.

Durante la Seconda guerra mondiale l'autore, insieme ai suoi fratelli, paritigiani e perseguitati politici, abita in una delle poche "case di latitanza" della zona, dove svolgono molteplici attività di sostegno alla Resistenza.

L'autore rimane orfano di padre a dodici anni lavorando da allora per mantenere la madre e i cinque fratelli minori. Fa il bracciante agricolo, lavora nelle risaie ed emigra in Germania come contadino. Al ritorno è inviato in guerra ma malato viene congedato. Si nasconde per non essere catturato dai tedeschi e dai fascisti. E' testimone oculare degli eccidi nel reggino. Dopo la guerra si sposa e viene assunto come operaio in una ditta fino al pensionamento.