Il racconto di un soldato che dopo l'armistizio decide di aderire alla Repubblica Sociale. Nel dopoguerra, deluso dalla guerra che gli ha portato solo rovina, afflitto da problemi finanziari e malato di tubercolosi, riuscirà a trovare lavoro solo grazie all'amicizia con Adriano Olivetti.
L'autrice ricorda il periodo del fascismo a Palermo: allo zio, barone Giovanni Fatta, viene inflitto il domicilio coatto e il confino per "esterofilia". Trasferita con lui e la moglie americana a Firenze, vive nel capoluogo toscano, dove lo zio muore nel 1944.
Settembre 1939: l'autore viene richiamato alle armi come carabiniere in vista della guerra. Nel settembre 1941 la nave in cui s'imbarca per l'Africa Settentrionale viene affondata e Oronzo riesce a raggiungere l'Africa, dove combatte fino alla resa incondizionata da parte dell'esercito italiano agli Inglesi. Viene fatto prigioniero: dalla Tunisia viene portato in Inghilterra. Qui la memoria si trasforma in diario dove Oronzo narra la vita nel campo di lavoro. Riesce a rientrare in Italia solo grazie ad uno scambio di prigionieri nell'ottobre 1944.
Un pensionato siciliano racconta episodi dell'infanzia che gli sono rimasti impressi come i giochi fatti in strada negli anni della guerra in una città occupata dagli Americani, l'ingresso nella scuola elementare, la bomba sull'ospedale di Palermo, gli scioperi del dopoguerra, la contestazione del fratello in un contrattazione di commercio. Nella seconda parte un accenno alla sua storia di militante politico, il matrimonio, la nascita dei cinque figli, il lavoro con i vari spostamenti di residenza.