La prima guerra mondiale raccontata con crudezza da un agricoltore meridionale che, strappato alla sua terra e al suo lavoro, si ritrova a combattere nelle Alpi carniche per quarantuno mesi, fino a Caporetto e alla vittoria.
Abbandona volontariamente la famiglia per arruolarsi, nel gennaio del 1942 è a bordo della motonave Victoria come maggiore dei bersaglieri. Quando la nave viene silurata e mentre gli ufficiali superiori si allontanano, lui salva se stesso e i suoi bersaglieri mentre molti altri moriranno. Congedato dopo pochi mesi, riprende il suo lavoro come funzionario del Credito Italiano.
Un'insegnante pugliese in pensione ripercorre la sua vita: l'infanzia e l'adolescenza trascorse serenamente, il matrimonio e il trasferimento in Friuli per il lavoro del marito, la nascita di due "adorati e stimati" figli, l'esperienza lavorativa e il ritorno in Puglia. Alla fine del testo è stata inserita una raccolta di massime.
In seguito alle tragiche vicende della battaglia di Caporetto, una famiglia friulana decide di abbandonare la propria casa per cercare la salvezza allontanandosi dalla zona calda dei combattimenti. Dopo un viaggio non privo di difficoltà durato una decina di giorni, i profughi arrivano in Calabria, dove trovano accoglienza.