Dall'infanzia di girovago dietro la compagnia teatrale dei genitori alla perdita del padre e, dopo la guerra, l'emigrazione in Venezuela. Poi, il ritorno in Italia con un gruzzolo che gli permetterà di ricominciare a vivere partendo dalla gestione di un cinematografo.
E' l'autobiografia incompiuta di un garibaldino appartenente a una delle comunità ebraiche padane fortemente inserite nelle lotte del risorgimento: volontario a 15 anni per combattere contro gli austriaci, fu respinto per la giovane età, ma un anno dopo si distinse reclutando volontari per la spedizione dei Mille alla quale parteciperà guadagnandosi una medaglia d'argento.
Nel periodo della Grande Guerra un militare piemontese tiene un breve diario e una continuativa corrispondenza con familiari e commilitoni. Gli aspetti del conflitto e le questioni personali si mescolano nella scrittura dei giovani soldati, alcuni dei quali feriti in battaglia.
Nella seconda metà dell'Ottocento, un militare prende parte alle principali campagne dell'esercito piemontese. Dopo la Guerra di Crimea, combatte nella seconda Guerra di Indipendenza, assiste all'incontro di Teano tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi e partecipa all'assedio di Gaeta. Nell'Italia unita è impegnato nella lotta al brigantaggio nei territori meridionali e come ufficiale istruttore. Partito per l'Argentina durante una licenza, decide di stabilirsi a Buenos Aires.