Vita vissuta: un viaggio di 45 giorni in America accompagnato dalla zia, percorrendo la costa atlantica e facendo la conoscenza della famiglia di un cugino.
Un ingegnere cinquantenne romano nell'autunno del 1952 partecipa ad un viaggio di lavoro negli Stati Uniti, relativo ai nuovi sistemi nell'edilizia popolare. Durante il soggiorno scrive lettere alla moglie, a casa con due figli piccoli, in cui racconta la sorpresa e la diffidenza nello scoprire una società in pieno sviluppo economico ma profondamente materialista e individualista.
Negli anni Sessanta, una ragazzina sammarinese emigra negli Stati Uniti con la madre e i fratelli per raggiungere il padre, già trasferitosi a Detroit in cerca di lavoro e condizioni economiche migliori. La famiglia trascorre negli USA circa un decennio prima di far rientro in Patria e la donna conserva un buon ricordo del periodo dell'emigrazione, da lei considerato un'opportunità di crescita.
Un dirigente di una multinazionale racconta i numerosi viaggi di lavoro che per oltre tre decenni - dalla metà degli anni Sessanta alle soglie del Duemila - lo portano in tutto il mondo, dall'Europa all'Africa, all'Asia alle Americhe, consentendogli spesso anche di visitare i diversi Paesi nei quali approda per motivi professionali. Nel corso della sua carriera molti sono i mutamenti importanti sul piano politico, economico e sociale intervenuti in gran parte degli stati dove ha lavorato e il suo racconto è, per molti aspetti, la testimonianza storica di un mondo ormai scomparso e dei cambiamenti non sempre positivi che lo hanno interessato.