La scrittura venata di oralità di un fante toscano alla Grande Guerra che parla schiettamente di rigurgiti allo stomaco e, con uguale naturalezza, di trincee da scavare, della resistenza sul Piave e di una malattia che gli impedirà per lungo tempo il ritorno a casa.
Memoria-diario di un ufficiale che partecipa, dall'inizio, alla prima guerra mondiale. Dopo un lungo periodo in prima linea, nell'agosto del '17 è ferito. Al rientro è assegnato al Tribunale Militare in servizio sedentario, alloggia nelle belle ville venete e svolge il suo lavoro commentando le sentenze.
In nove volumi, l'autore racconta la sua vita dalla nascita fino alla prima guerra mondiale alla quale partecipa solo nell'ultimo anno, a causa di una lunga convalescenza. Descrive i paesi dove svolge il servizio militare, commenta i fatti storici italiani dell'epoca, ma soprattutto le vicende del suo paese, dei compaesani e commilitoni.
Un impiegato in pensione scrive una memoria della sue esperienza di guerra. Nel 1917 dopo la ritirata di Caporetto si trova sulla riva destra del Piave, in prima linea di fronte agli Austriaci che si sono attestati al di là del fiume. La sua vita trascorre tra combattimenti in trincea e periodi di riposo nelle retrovie. Partecipa alla battaglia del Solstizio del luglio e agosto 2018 e in previsione dell'ultima offensiva si sposta verso il Tagliamento. Qui lo coglie la notizia dell'armistizio ma insieme al sollievo subentra la preoccupazione per un attacco di malaria. Ricoverato in un ospedale a Trieste ottiene la licenza di un mese e torna a casa.
In occasione del suo sessantesimo compleanno, un uomo scrive la propria autobiografia, raccontando una vita difficile fin dall'infanzia, quando la morte della madre peggiora una già complicata situazione familiare.