La seconda guerra mondiale in Jugoslavia raccontata da un istruttore di reclute, "autista borghese" nel Nord fascista. E' a Trieste e vede l'arrivo di Tito, i suoi quaranta giorni e le foibe, con le stragi perpetrate dai partigiani slavi.
L'autore nasce in provincia di Varese nel 1911. La memoria descrive gli anni di guerra e di prigionia dal marzo 1941 all'aprile 1944, da quando partecipa alla campagna di Jugoslavia ai vari e duri spostamenti della vita militare. Prigioniero prima in Africa e poi in Inghilterra, dove viene trattato civilmente, tornerà in Italia due anni dopo dalla fine del racconto, nel 1946.
Un militare della Grande Guerra tiene un diario nei due anni passati al fronte. Per scrivere liberamente le parti più intime o compromettenti ricorre alla crittografia, rendendole così indecifrabili agli occhi di un superiore che si fosse impossessato del taccuino.