Un dirigente d'azienda è mandato nel 1939 in Etiopia, come membro di una missione geodetica. Nel 1941, diventato ufficiale dell'esercito, è fatto prigioniero degli inglesi. Parla del suo lavoro come rilevatore e della prigionia in Addis Abeba e poi in Kenya.
Ha ventitre anni quando viene arruolato nell'esercito e spedito in Somalia: il racconto del viaggio, la prima volta in guerra, il contatto con gli abissini, la vita nei campi, insomma la storia della propria spedizione coloniale.
Secondo di tre figli di un maggiore del Regio esercito, nel 1939, all'età di dodici anni, va con la madre e le sorelle in Somalia dove trascorre un'esistenza serena e agiata fino allo scoppio della guerra, quando il padre viene richiamato in servizio a Mogadiscio. Si impegna soprattutto negli studi e aiuta la famiglia nei numerosi cambi di abitazione che dovrà subire. Per non rischiare di essere arruolato, quando la madre e le sorelle vengono rimpatriate, nel 1943, rimane in Africa, completa gli studi, trova lavoro e torna in Italia solo dopo altri tre anni, a guerra ormai conclusa.
Pensionato, inizia a scrivere a circa novant'anni: dall'infanzia serena ed agiata, ai tanti innamoramenti giovanili, sino alle due grandi storie della propria vita, una baronessina polacca e la donna che ha sposato. Reduce dalla guerra d'Africa, si arruola in polizia ricoprendo incarichi delicati e affrontando la vita sempre con lo stesso entusiasmo.