Intenso racconto autobiografico di un bracciante agricolo che, sfuggito alla deportazione, ha lottato per riscattarsi da un passato di oppressione e miseria.
La Carossa è una corte, tra casolari e contrade di campagna, nel mantovano. Qui un ragazzo ricorda, in pagine di memoria che lasciano qualche spazio all'invenzione letteraria, quel microcosmo che si popola pian piano di gente sfollata dalla città, per la guerra. E poi, nell'aria, si cominciò a parlare di socialismo.
La pianura padana intorno a Mantova fa da scenario alla "rivolta" del padre dell'autore, che, nel dopoguerra, nonostante le condizioni di indigenza, vuole assicurare al figlio un'istruzione e, con questa, dargli una vita più degna della sua.
Un uomo del mantovano racconta la sua vita dall'immediato dopoguerra, quando è uno scolaro, agli anni Ottanta. Le sue vicende personali si mescolano nel racconto alla cronaca del tempo, ai personaggi e agli eventi che trovano spazio nei media e che lo toccano più o meno da vicino.