Cronaca di ventun mesi di prigionia, dal comando della città aperta di Roma ai campi di concentramento della Germania: un maresciallo dei carabinieri, descrive il trattamento "di riguardo" riservato dalle guadie tedesche ai militari italiani che, nonostante ciò, riusciranno a mantenere inalterato il prestigio del loro corpo di armata.
Catturato dai Tedeschi nell'ottobre del '43 e trasferito in Germania, a causa delle precarie condizioni di salute, ulteriormente esasperate dalla durezza della vita nei campi di prigionia, opta per l'adesione alla Repubblica Sociale Italiana, riuscendo così ad ottenere migliori condizioni di vita ed il rientro in patria. A Roma prenderà, poi, contatto col Fronte Clandestino di Resistenza.
Un giovane universitario di Lecco è richiamato alle armi a Parma. Dopo l'addestramento non viene mandato a combattere perché spesso in prigione per atteggiamenti indisciplinati. Dopo l'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero e condotto in Baviera a lavorare. Tenta diverse volte la fuga con un amico fino a che non riesce a rientrare in Italia nel maggio 1945. Dopo la guerra si laurea in lettere, si sposa e inizia a insegnare. Ha avuto sette figli.