Testimonianza orale di una "staffetta partigiana", sui monti della Garfagnana: accusata di collaborazionismo, in seguito a una spiata di un compaesano, viene arrestata e processata da un tribunale tedesco. Verrà prosciolta per mancanza di prove.
Diario di avvenimenti giornalieri sotto forma di lettere scritte a una sorella che si trova in Palestina e con la quale, in realtà, non è possibile corrispondere dal giorno dell'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania. Nel 1943, per sfuggire alle incursioni aeree che si facevano sempre più gravi, l'autrice da Livorno si trasferisce a Cutigliano, dove grazie all'aiuto di un maresciallo dei carabinieri riesce a sottrarsi alla cattura da parte delle S.S. Il diario finisce il 25 marzo 1945 con la liberazione della Toscana.
Il racconto d'infanzia di un artigiano toscano, è dominato dalla figura del nonno dal quale ha imparato ad amare e rispettare il prossimo, la terra, la natura e i luoghi. Ma il nonno, anarchico e socialista, gli ha insegnato soprattutto a sognare e a sperare nel cambiamento dell'uomo.
Nato e cresciuto in una famiglia contadina del modenese, negli ultimi anni della guerra entra in una cellula del partito comunista, diventandone poi figura di rilievo, entrando nell'esecutivo, poi nella pubblica amministrazione.