L'autore, che scrive in terza persona, si trasferisce da Bari a Trento con i genitori e lì, bambino, ha l'esperienza della guerra e degli sfollamenti. Ma nell'autobiografia ci parla del suo lavoro e della carriera percorsa. Sono anche citati alcuni momenti di vita con gli amici.
Un militare italiano è fatto prigioniero dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943 e deportato dai tedeschi. Tornato in patria nel 1945, emigra poco tempo dopo in Belgio, dove lavora come minatore. Ammalatosi di silicosi, nel 1960 va in pensione e torna in Italia con la famiglia.
Per circa trent'anni, un cicloamatore annota in un diario allenamenti, percorsi e gare alle quali prende parte. Ha una predilezione per la montagna e scala diversi valichi alpini e appenninici, affrontando anche alcuni passi all'estero.