Il matrimonio come prigione che impedisce di pensare e di manifestare la propria personalità: sposatasi giovanissima con un uomo arido e violento, l'Autrice, vittima di un esaurimento nervoso, sceglie per amico un diario cui confida i soprusi del marito e la difficoltà di educare i figli, turbati da un ambiente famigliare privo di amore.
Un militare combatte sul fronte africano della Seconda guerra mondiale. Rientrato in Italia, dopo l'8 settembre 1943 aderisce alla Resistenza. Nel dopoguerra si iscrive al PCI, lavora in fabbrica e opera nel sindacato. Da pensionato, prosegue il suo impegno politico e sindacale.
Estremi cronologici
Inzio: 1921
Fine presunta: 2000-2004
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 2000-2004
Fine presunta: 2000-2004
Un uomo nato all'inizio degli anni Venti in una famiglia di braccianti scrive la propria autobiografia. La sua infanzia è segnata dalla povertà e dal lavoro, la giovinezza dalla chiamata alle armi durante la Seconda guerra mondiale, quando presta servizio prima in Grecia e poi in un campo di prigionia del maceratese. Nel dopoguerra si sposa e diventa padre, trovando anche la stabilità lavorativa. Nel suo racconto, anche i viaggi compiuti in Sudafrica per visitare la sorella, trasferitasi a Johannesburg dopo il matrimonio.
Una donna, nata nei primi anni Venti in una famiglia aristocratica, scrive il proprio diario per oltre mezzo secolo. Giorno dopo giorno, affida alle pagine di quaderni e agende la cronaca della sua vita quotidiana, accompagnata da pensieri e riflessioni. Nel suo racconto di sé - iniziato non ancora trentenne e mai interrotto - i temi presenti sono numerosi e a trovare maggior spazio sono le vicende familiari, i cambiamenti personali, gli interessi culturali, i sentimenti e le relazioni sociali. Da ragazza a nonna, la vita della donna si trasforma nel corso del tempo e le presenta qualche difficoltà, ma restano sempre saldi in lei l'amore per i propri cari e...
All'indomani della firma dell'Armistizio, un militare e due amici lasciano la caserma di Littoria, per tornare a casa loro nella capitale: il loro cammino durerà quattro giorni, con la speranza che la guerra sia finita.