Un'impiegata milanese assiste impotente alla malattia del padre che, ricoverato in ospedale a seguito di una trombosi, non riceverà nè assistenza nè cure. Il diario è una denuncia contro la malasanità e il racconto di un grande dolore, fino alla morte.
Durante l'assistenza ospedaliera alla suocera, un'insegnate ricostruisce l'incontro con la famiglia della donna, nata e vissuta a lungo in Romania e trasferitasi a Torino nel secondo dopoguerra: un'occasione per riflettere su incomprensioni e rancori reciproci, alimentati da caratteri e scelte di vita diverse. L'una impegnata nella difesa del clan famigliare e la giovane pronta a difendere l'indipendenza del proprio matrimonio, dalle interferenze altrui.
Una ragazza lombarda scrive alla cugina carissima un epistolario dal quale si delinea la sua vocazione religiosa e poi il realizzarsi di questo sogno come suora. L'autrice è diplomata infermiera e svolge questa sua attività in ospedale a Milano prima e poi all'interno del suo ordine. Le lettere ci testimoniano una fede e una vocazione autentiche e profonde.
Una donna tiene un diario nei mesi in cui la propria bambina è convalescente per la frattura del femore. Inizia a scrivere in ospedale e prosegue poi a casa, raccontando l'evolversi delle condizioni della figlia e annotando giorno dopo giorno pensieri e riflessioni personali, descrivendo i propri stati d'animo e denunciando le numerose difficoltà burocratiche affrontate, i problemi in ambito sanitario, la scarsa disponibilità della scuola.