Un soldato è preso prigioniero dai tedeschi nel settembre del 1943 e deportato in un lager in Germania. All'inizio lui e i compagni sono costretti in miniere di torba, poi lavorano in una fabbrica di carri armati dove riescono ad organizzare una forma di boicottaggio. Descrive gli orrori di quasi due anni di prigionia, fino all'arrivo degli Alleati e al ritorno a Perugia.
Un medico torinese in pensione, ricorda il periodo d'infanzia, quando era trapiantato con la famiglia in Somalia. Narra della vita degli italiani in quei luoghi, di usi e costumi locali, della colonizzazione così come venne attuata dagli italiani prima e dagli inglesi poi. Al centro del racconto, le proprie esperienze di caccia, nonchè l'attività di imprenditore agricolo, soprattutto nel settore delle banane. Infine la memoria riporta notizie sull'eccidio di Mogadiscio del 1948, ed echi dell'anti-italianismo, secondo lui fomentato dagli inglesi.
Una delegata internazionale della Croce rossa italiana si dedica al volontariato come infermiera alla "Torraccia" (Roma) conosce un neurochirurgo con il quale instaurerà un lungo rapporto. Con lui, alla ricerca di una loro casa ideale sulle coste della Grecia, realizzerà un progetto ambientale, lottando contro l'amministrazione locale che nella zona da loro acquistata voleva costruire una centrale termo-elettrica. Bloccato il progetto finisce però anche il rapporto e l'autrice partirà con la delegazione della Croce rossa per l'India e per la Mauritania in missioni umanitarie.
Un pensionato pievano racconta la sua vita con un'infanzia di miseria in una famiglia numerosa, la guerra, le distruzioni, le malattie, ma anche un matrimonio felice, i figli e il lavoro in municipio.
Cresciuto nella povertà e nel disagio del quartiere Mirasoli di Bologna, dopo l'8 settembre '43 aderisce alla resistenza. Arrestato, torturato e deportato in Germania, sopravvive all'orrore dei campi di concentramento, tra i quali Dachau, e a liberazione avvenuta riesce a rientrare in Italia nel 1945.