Fra l'ingresso degli americani a Roma, nel 1944, e l'alluvione nel Polesine, del 1946, la sopravvivenza materiale precaria di un ragazzo che farà il cameriere d'albergo, l'autista, il mercante di borsa nera, conoscendo l'Italia, dalla Sicilia al delta del Po, vivendo molte avventure amorose e ammirando sempre più il proprio paese.
Il testo è un epistolario fra la madre e una figlia che è andata in Germania per imparare la lingua e forse resterà là a vivere avendovi incontrato a Francoforte un ragazzo che è diventato il suo fidanzato.
Il passaggio verso la modernità, nella memoria di un artigiano, di origine contadina: negli anni Cinquanta l'acquisto di una sveglia, del grammofono e l'allacciamento della luce elettrica, segnano la svolta nella sua vita. A tredici anni l'ingresso nel mondo del lavoro: operaio, imbianchino, barista e chef all'estero, sino a diventare falegname e fabbro dopo il rientro in Italia. Anni segnati da un matrimonio non sempre sereno e dalla nascita di due figlie, ma vissuti con grande entusiasmo.
Un cameriere d'albergo, nato a Castiglion Fiorentino (AR), inizia a scrivere un diario dal giorno in cui incontra la sua futura moglie dove parla dei suoi problemi familiari e lavorativi nelle varie località italiane e straniere. Dopo la morte della moglie va ad abitare in un appartamento all'interno di una comunità di anziani dove svolge anche volontariato, nonostante i problemi di salute.