Un breve viaggio natalizio in Andalusia di una donna insieme ad un gruppo di amici. Ad accompagnare l'autrice nel viaggio ci sarà anche il suo taccuino, dove annoterà tappa per tappa le sue impressioni sulle località spagnole visitate e le sue riflessioni sulle moderne modalità di viaggio, considerate troppo rapide e stranianti. La donna ama soffermarsi nei luoghi visitati e dedicare loro la necessaria attenzione. La pratica del disegno le sarà allora congeniale, necessitando questa di momenti di sosta per permetterle di immortalare ciò che la circonda.
"Carnet de voyage" nel quale si alternano disegni e parole, a raccontare un viaggio "più sentimentale che razionale" - come lo definisce lo stesso autore - da Torino fino al cuore della Francia. Dopo un paio di giorni trascorsi nel suolo italiano, l'autore e sua moglie raggiungono poi le Alpi, la Provenza, il Perigord, Bordeaux e l'Ile de Re. Ultima tappa, nonché meta principale del viaggio, l'immancabile e suggestiva Parigi.
L'autore raccoglie nel suo taccuino una serie di schizzi e disegni dei suoi soggiorni in Provenza. Il risultato è un insieme di gesti, momenti e situazioni, con un'attenzione particolare alle attività e alle persone che popolano e animano i luoghi da lui visitati.
Un carnet di viaggio "più visivo che scritto", come lo definisce lo stesso autore, essendo questo composto principalmente da disegni. Il testo va dal 6 marzo 1988 al 3 luglio 1991. In questo lasso di tempo, l'autore registra nel suo taccuino le varie tappe dei brevi viaggi intrapresi, narrandole attraverso momenti e riflessioni, talvolta di lavoro, più spesso frutto di suggestioni colte in lunghe peregrinazioni senza precisa meta e finalità. Il soggetto privilegiato nelle sue rappresentazioni è la città, colta nella dimensione paesistica, con un'attenzione particolare alle architetture storiche. Pochi i disegni che ritraggono i monumenti più noti, più rileva...
Il titolo scelto dall'autrice per il suo carnet de voyage non è soltanto il tema del suo viaggio, ma anche una parola che le evoca infinite suggestioni e che si collega all'idea che la vecchia Venezia, quella degli artigiani, sia in qualche modo migrata "Altrove". I versi sciolti del taccuino - frutto di riflessioni iniziate molti anni prima con il padre sulla fuga del lavoro manuale dalla città lagunare - si accompagnano a dei disegni ad acquerello delle "Vecie Boteghe".