Un'insegnante elementare, operata al seno, redige un diario quotidiano, in cui confluiscono ricordi del padre, degli anni lontani e timori per la nuova vita che l'attende, dopo l'intervento. Scrivere è l'occasione per trarre, da scrittori che ama, insegnamenti importanti per superare questi momenti difficili.
Resoconto semiserio del proprio ricovero ospedaliero, che un architetto redige riflettendo sul funzionamento sanitario e sulla disponibilità del personale medico e paramedico. Dopo molti esami, sfinito dalla tensione e dal disagio psicologico, torna a casa sicuro di "voler vivere".
Seguendo il suggerimento del suo psicoterapeuta, un'insegnante in pensione tiene un diario per tre mesi, con l'impegno di "scrivere ogni giorno qualcosa". I racconti quotidiani lasciano spazio a frammenti autobiografici, dai primi incarichi scolastici, agli anni del matrimonio, dalla malattia invalidante del marito, ai difficili rapporti con i figli e con i suoceri, fino alla sua depressione che riesce a guardare con distacco "ora che si sente bene".
L'autore lavora come chirurgo all'ospedale di Rimini. Nel 2014 si trasferisce un mese in Burundi come medico volontario all'ospedale di Mutoyi. Qui scrive un diario che aggiorna ogni sera sul suo laptop. All'inizio usa un linguaggio essenziale, poi affiorano descrizioni più puntuali della quotidianità, trovano spazio riflessioni sull'etica lavorativa e sulla condizione umana, sui valori di due mondi che si trova a paragonare, quello da cui proviene e quello che lo circonda.