L'io problematico di una ragazza calabrese, trasferitasi nella capitale, che, dopo la morte della madre, ricerca costantemente un'identità personale, approfondendo la conoscenza di sè attraverso studi di psicologia e una breve terapia d'analisi. Reagisce al nuovo matrimonio del padre andando a vivere con i nonni materni.
L'autrice racconta il lungo percorso dentro la malattia del marito, compiuto con speranza da lei e dal figlio, nell'attesa inutile della donazione dell'organo da trapiantare, che arriva solo poche ore dopo la morte di lui.
Un imprenditore bolognese, malato di cirrosi epatica, si sottopone a trapianto di fegato. Racconta la sua degenza ospedaliera, le amorevoli cure della moglie e della figlia e la professionalità attenta del personale medico e paramedico, oltre alle inadempienze di alcuni tra loro, ma soprattutto, narra il lento ritornare alla vita con un nuovo organo dentro di sé e dopo aver sperimentato una "semimorte".
Un'insegnante ritrova un antico innamorato; con cui ha anche condiviso la passione per l'arte e la lettura: è molto malato. Lei lo accompagna alla morte con dolcezza e forza. Nella breve memoria che precede il diario, ricorda il loro rapporto di venti anni prima.
Una giovane donna scrive di sé e della sua depressione, descrivendo nei dettagli le sofferenze e le difficoltà nei suoi rapporti con i genitori e il marito. Lo scritto è occasione per riflettere su pregiudizi che circondano una patologia, che presenta ancora molti lati oscuri.